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Rezza: “Europa impari dai suoi errori. Servono più coesione, regole e linguaggio comuni”
09 APR - “In Europa non c'è stata coesione e uniformità di interventi. E abbiamo avuto difformità di posizioni anche se dopo la maggior parte dei Paesi Ue si sono allineati su una strategia comune. Ci sarebbe bisogno di tutt'altra unita di intenti e interventi”, così oggi in conferenza stampa il direttore generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute Giovanni Rezza.
“Aiuterebbe molto anche nella divulgazione se ci fosse una posizione univoca a livello Ue. Uno dei problemi maggiori in questa pandemia è stata proprio  la mancanza di coesione e uniformità negli interventi dei Paesi europei”, ha aggiunto, sottolineano però che in ogni caso "la lezione è stata ampiamente assorbita. E voglio dire che in questo momento i Paesi Ue stanno pensando ai vaccini del 2022".
 
"Se si vaccina tanto e in fretta si ottiene un effetto fortissimo - ha aggiunto Rezza -. Noi vogliamo vedere questo effetto presto, le persone sono stanche e l'economia ne ha bisogno. Questo si può ottenere con un cambio di passo della campagna vaccinale. Per questo deve essere rispettato il ruolino di marcia molto veloce, come quello che credo le Regioni e il commissario sono in grado di assicurare, ma a livello di tutte le Regioni gli effetti si cominceranno a vedere. Vorremmo vedere anche dei livelli di copertura vaccinale omogenei per Regioni".
 
Quanto alle riaperture: "Non esistono soglie di riferimento per le riaperture. Esistono modelli e esiste un insieme di indicatori che contribuiscono a caratterizzare degli scenari dove progressivamente si andrà ad aprire. Degli scenari che però devono essere monitorati con precisi indicatori. E su questo si sta lavorando proprio nella prospettiva di maggio", ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro.
 
"Si tratta di scenari che stiamo vivendo, ovvero: emergenze di variati virali, un numero progressivo di popolazione vaccinata, una aumentata capacità di sequenziamento. Il passaggio decisivo sarà avere un tracciamento immediato del virus, perché nel mondo emergono continuamente varianti che si possono diffondere. Questo è uno scenario con cui vivremo nei prossimi mesi. Per poterci vivere mantenendo le aperture che vogliamo fare, dobbiamo avere la capacità di identificazione rapida del virus, di enucleazione rapida dei contatti e il loro isolamento, per evitare che il virus si diffonda. E bisogna essere molto flessibili». La quota di persone immunizzate «è un elemento importante che può aiutare a prendere decisioni".
 
Per il presidente dell'Iss "dobbiamo muoverci positivamente verso l'obiettivo delle riaperture, ma anche non spazientirci, magari accelerando un po', perché potremmo trovarci a fare un passo indietro. E' importante procedere decisamente verso lo scenario che tutti auspichiamo, ma con cautela. Proprio perché quando si arriverà agli obiettivi questi rimangano e si possano progressivamente ampliare".
 
09 aprile 2021
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