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Il ruolo dei farmacisti nella lotta al Covid. Pubblicato il Rapporto Annuale 2020 della Pgeu
Il rapporto è incentrato proprio sulla funzione essenziale di tutela della salute di circa 500 milioni di cittadini in tutta l’Unione Europea, svolta dai farmacisti di comunità nell’ambito dei Servizi Sanitari Nazionali, attraverso un contributo di alta qualità, dinamico, sostenibile ed in continua evoluzione. IL RAPPORTO
09 APR - L’Associazione dei Farmacisti dell’Unione Europea (PGEU) ha pubblicato il suo Rapporto Annuale 2020 (clicca qui), che quest’anno è intitolato “Il ruolo dei farmacisti di comunità nella lotta contro il Covid-19” (“The role of community pharmacists in the fight against Covid-19”) ed è incentrato proprio sulla funzione essenziale di tutela della salute di circa 500 milioni di cittadini in tutta l’Unione Europea, svolta dai farmacisti di comunità nell’ambito dei Servizi Sanitari Nazionali, attraverso un contributo di alta qualità, dinamico, sostenibile ed in continua evoluzione.
 
I farmacisti di comunità in Europa, che spesso sono il primo ed ultimo punto di contatto tra il paziente e il sistema sanitario, prestano il loro servizio professionale ed elargiscono anche consigli sulla sicurezza, sull’efficacia e sull’uso razionale dei medicinali.
 
Nel presentare il Rapporto, il Presidente del PGEU 2020, Duarte Santos dell’Associazione dei Farmacisti Portoghesi (Portuguese Pharmacy Association), ha ricordato che il 2020 è stato di gran lunga l’anno più impegnativo per il PGEU da quando l’Organizzazione è stata fondata nel 1959 ed ha dichiarato che, fin dall’inizio dell’epidemia COVID-19, i farmacisti di comunità in tutta Europa sono stati in prima linea nella lotta contro il virus e hanno fatto tutto quanto in loro potere per garantire ai pazienti l’accesso continuo alle cure.
 
Sono stati reperibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche durante i lockdown, organizzando servizi di consegna a domicilio per le persone più fragili, in modo da assicurare l’accesso continuo alle cure. Sempre in prima linea nel consigliare, punto di riferimento per molti cittadini europei nella cura di disturbi comuni, prevenendo con successo inutili ricoveri al pronto soccorso. Per questo, tutti gli sforzi del PGEU, quest’anno, si sono focalizzati nel supportare gli Stati membri con tutti gli strumenti possibili per rispondere alla crisi ed aiutare sul campo il personale delle farmacie.

La pandemia ha cambiato non solo le priorità del PGEU, ma anche il modo di lavorare dello stesso. Sfortunatamente, non è stato possibile organizzare incontri in presenza né l’annuale Simposio, ma si sono trovate altre strade per restare in contatto, per effettuare uno scambio di idee e di buone pratiche. Sono stati organizzati due eventi pubblici di successo: uno sulle carenze dei medicinali ed un altro sui servizi in farmacia. Il COVID-19 ha anche spinto ad unire le forze e a lavorare ancora più a stretto contatto con altre Organizzazioni di professionisti sanitari e con gli altri stakeholders della catena di approvvigionamento del settore farmaceutico.
 
Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i farmacisti di comunità hanno svolto un ruolo fondamentale nel supporto delle realtà locali: con la loro professionalità, esperienza e impegno hanno garantito ai pazienti l’accesso alle cure necessarie mantenendo la continuità dei servizi sanitari primari. Inoltre, i farmacisti di comunità hanno giocato un ruolo vitale nell’identificare e nel gestire i casi potenziali di COVID-19.

Nelle prime due settimane dall’insorgere dell’epidemia, il flusso di lavoro per i farmacisti è aumentato in modo drammatico. In molti Paesi, i cittadini hanno acquistato farmaci da banco (paracetamolo), così come dispositivi di protezione personale (mascherine, guanti sterili e saponi idroalcolici per le mani) le cui scorte, purtroppo, si sono esaurite rapidamente.

Per aiutare i membri del Gruppo, il PGEU ha fornito loro aggiornamenti regolari, informazioni sulle misure messe in atto nelle diverse Nazioni e sulle linee guida per proteggere i pazienti e il personale delle farmacie attraverso la creazione del PGEU COVID-19 Information Hub.
 
Servizi di farmacia di comunità correlati al Covid-19
Come raccomandato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) Europa, molti Paesi europei hanno introdotto cambiamenti nella loro legislazione per rafforzare il ruolo dei farmacisti ed allentare la pressione sui restanti professionisti sanitari. Alcuni Paesi, a tal proposito, hanno anche assicurato fondi aggiuntivi di sostegno.

Uno studio condotto dall’Istituto per le prove scientifiche di base (ISBE) dell’Università di Lisbona ha evidenziato che in tutta Europa si sono avuti 30 interventi in farmacia per rispondere all’emergenza COVID-19. Tra i più importanti e frequenti interventi immediati: screening per individuare i sintomi in casi sospetti, aumento della domanda per le consegne a domicilio dei medicinali, supporto telefonico della farmacia a favore dei pazienti più fragili durante l’isolamento, nonché superamento del ruolo della dispensazione da parte del farmacista.

Garanzia ed accesso continuo a cure e trattamenti
All’inizio della crisi, alcuni Paesi hanno rafforzato le misure per garantire la continuità della cura per i pazienti in condizioni di cronicità e per ridurre il numero di ricoveri non essenziali nei centri di primo soccorso e negli ospedali:
- ai farmacisti è stato permesso di rinnovare le prescrizioni per le cure di malattie croniche e l’utilizzo della ricetta medica elettronica nelle farmacie laddove non fosse ancora implementata;
- ai farmacisti è stato consentito di trovare soluzioni alternative, all’occorrenza, in caso di carenze di medicinali;
- alle farmacie di comunità è stata data la possibilità di dispensare alcuni medicinali che fino ad allora erano accessibili solo negli ospedali;
 
Inoltre:
- è stato autorizzato un nuovo sistema di remunerazione per il servizio a domicilio nelle farmacie di comunità;
- i farmacisti di comunità hanno attivato protocolli per aiutare le vittime di violenza domestica avvenute durante i lockdown;
- i farmacisti di comunità possono dispensare e somministrare il vaccino antinfluenzale stagionale.
 
Buone pratiche dei membri del PGEU
In alcuni Stati membri (Germania, Grecia, Irlanda e Scozia), le buone pratiche attivate sono le seguenti: in Portogallo è stata implementata la dispensazione di farmaci ospedalieri presso la farmacia di comunità o con servizio a domicilio, in Germania i farmacisti possono modificare la dimensione della confezione o del dosaggio del farmaco, previa consultazione del medico curante e sostituirlo con un medicinale similare, in Scozia, invece, i farmacisti possono fornire assistenza per i disturbi più comuni minori, mentre in Grecia e in Irlanda i farmacisti sono autorizzati a somministrare il vaccino antinfluenzale, ricevendo un’adeguata formazione allo scopo.
 
Guardare avanti
Il COVID-19 è stato devastante per la salute pubblica. Il virus ha ucciso molte persone e in tutto il mondo si è lottato per assistere sia i pazienti affetti da COVID-19 sia pazienti con altre patologie. Molti Paesi hanno dovuto cancellare cure non essenziali per poter liberare il personale e le risorse da impegnare per far fronte alla pandemia ricacciando indietro i progressi conquistati a fatica, ad esempio, nella lotta contro il cancro o altre malattie. Ma peggio della pandemia, sarebbe non imparare da essa e non usarla come opportunità per migliorare. La principale lezione è che si deve cambiare il modo di somministrazione delle cure sanitarie, passando da un centro di cure ospedaliere ad un centro di cura incentrato sul paziente, trattando i pazienti come se fossero a casa loro.
 
Questo vuol dire investire in primo luogo in cure primarie. Accademici, politici e Istituzioni internazionali come OECD hanno ripetutamente sostenuto che investire nelle cure primarie paga: una serie di prove scientifiche e non indicano chiaramente che la riduzione dell’ospedalizzazione e dei ricoveri al pronto soccorso salvano vite e risparmiano denaro. Tuttavia, non è possibile sospendere la prevenzione sanitaria.

I farmacisti europei di comunità restano in prima linea contro COVID-19 fornendo alle loro comunità accesso tempestivo alle cure, all’informazione e in alcuni Paesi anche a test rapidi e a vaccini, ma sono anche pronti ad usare la loro conoscenza ed esperienza per fornire ai pazienti cure ancora più efficienti e più efficaci per altre patologie. I 400.000 farmacisti di comunità in tutta Europa attraverso la rete di 160.000 farmacie di comunità sono pronti a rafforzare i principali servizi di farmacia e ad andare anche oltre, assumendosi nuove responsabilità di fronte a servizi di farmacia all’avanguardia che provano a migliorare la qualità della vita della popolazione e a mantenere la sostenibilità del sistema sanitario.
 
E’ necessario, per questo, definire nuovi modelli di cure che coinvolgano un team multiprofessionale senza soluzione di continuità con il supporto della tecnologia digitale per assicurare la continuità delle cure specialmente per i pazienti con condizioni di cronicità.
 
Infine, il Segretario Generale del PGEU, Ilaria Passarani, ha dichiarato: “Il 2021 sarà l’anno in cui gli sforzi del PGEU saranno rivolti affinché la lezione imparata dall’inizio dell’epidemia e il valore aggiunto dei farmacisti di comunità nel sistema sanitario vengano tradotti in concrete azioni politiche e le potenzialità dei farmacisti di comunità vengano utilizzate per interagire al meglio con i pazienti per essere pronti ad affrontare future minacce per la salute pubblica”.
09 aprile 2021
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