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Aggiornate linee di indirizzo su riconciliazione terapia farmacologica sul territorio durante le transizioni di cura
La guida, in particolare, evidenzia come le transizioni di cura da un contesto sanitario all’altro (ad es. ricovero, trasferimento, dimissione) siano i momenti durante i quali il paziente è maggiormente esposto ad errori in terapia. In tale contesto, il ruolo del farmacista è fondamentale al fine di supportare l’attività clinica, ottimizzare il processo di riconciliazione farmacologica e aderenza alla terapia ed aiutare i pazienti nella gestione dei farmaci a livello domiciliare.
15 APR - il Ministero della Salute ha aggiornato il documento “Linee di indirizzo Riconciliazione della terapia farmacologica sul territorio durante le transizioni di cura: paziente anziano ricoverato in RSA/struttura sanitaria protetta e paziente oncologico ed oncoematologico dimesso da struttura ospedaliera e viceversa”, redatto in collaborazione con regione Veneto e Regione Emilia Romagna, il cui contenuto il Dicastero auspica possa assumere rilievo nazionale.

La guida, in particolare, evidenzia come le transizioni di cura da un contesto sanitario all’altro (ad es. ricovero, trasferimento, dimissione) siano i momenti durante i quali il paziente è maggiormente esposto ad errori in terapia, riconducibili a “discrepanze non intenzionali che si possono verificare a seguito della perdita di informazioni e/o di una comunicazione non efficace tra i sanitari e/o con il paziente o il suo caregiver”.

Pertanto, al fine di favorire la comunicazione interprofessionale e con lo stesso paziente e per essere sicuri che venga sempre prescritta e comunicata la terapia corretta, è indispensabile effettuare, ad ogni passaggio di cura, una adeguata ricognizione e riconciliazione della terapia farmacologica, attraverso l’utilizzo di una specifica Scheda di ricognizione/riconciliazione in cui sono tracciate tutte le informazioni sul percorso terapeutico seguito dal soggetto sottoposto a terapia.
 
In tale contesto, il ruolo del farmacista è fondamentale al fine di supportare l’attività clinica, ottimizzare il processo di riconciliazione farmacologica e aderenza alla terapia ed aiutare i pazienti nella gestione dei farmaci a livello domiciliare.

Inoltre, il documento sottolinea come l’apporto professionale del farmacista di comunità, quale operatore sanitario esterno alla struttura che ha in carico il paziente, si dovrà configurare secondo “scelte organizzative definite a livello regionale o locale, nel rispetto della libera e consapevole determinazione del paziente stesso”.

Infine, è previsto che “qualora il farmacista di comunità esegua la ricognizione farmacologica, è essenziale che la Scheda redatta - in modalità cartacea o informatizzata e nel rigoroso rispetto della disciplina posta a tutela dei dati personali - giunga tempestivamente all’attenzione del prescrittore della struttura presso la quale il paziente è in cura, al fine di consentire la fase riconciliativa e una prescrizione corretta e sicura. In caso di gestione cartacea, un esemplare del documento potrà essere consegnato direttamente al paziente o – con il suo permesso – al suo caregiver per la successiva esibizione al prescrittore, mentre una copia dovrebbe essere conservata da parte della farmacia per un tempo minimo di un anno. In caso di gestione informatizzata dovranno essere adottate le misure di tutela adeguate, sia per il trattamento dei dati personali sia per la loro trasmissione al prescrittore”.
15 aprile 2019
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