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VI edizione FarmacistaPiù. Intervista a D’Ambrosio Lettieri. “Ripartire dalle competenze, per generare ruolo, funzioni, occupazione e reddito”
Il congresso dei farmacisti è un’occasione per proseguire l’opera di accompagnamento della comunità professionale verso la consapevolezza del proprio ruolo. E l’auspicio è che diventi il teatro del protagonismo farmaceutico, ma anche la sede di un confronto con i decisori politici
16 SET - “Il ruolo del farmacista non può evolvere nella direzione giusta se non parte da un costante progressivo adeguamento del patrimonio dei saperi e quindi delle conoscenze. Le competenze sono il nostro punto di forza, per questo la professione deve compiere un salto culturale”.
 
Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente Comitato Scientifico FarmacistaPiù e Presidente della Fondazione Cannavò, a poco meno di un mese dall’apertura di FarmacistaPiù, il 4 e il 5 ottobre al Mico di Milano, indica la rotta dei lavori del Congresso dei farmacisti italiani. Con un desiderata: che diventi il teatro del protagonismo farmaceutico, ma anche la sede di un confronto con i decisori politici per animare il dibattito e migliorare i livelli di qualità della produzione legislativa di settore.
 
Presidente Lettieri, questa sesta edizione di FarmacistaPiù ha puntato con decisione su tre parole d’ordine “Conoscere, innovare, evolvere”. Perché questa scelta?
Per rilanciare il principio di utilità professionale e percezione sociale, come peraltro ho più volte sostenuto, dobbiamo partire dalle competenze, che generano ruolo, funzioni, occupazione e reddito. Questa edizione di FarmacistaPiù è quindi un’occasione per proseguire quell’opera di accompagnamento della comunità professionale verso la consapevolezza di una professione che conserva intatte le sue radici ma si impegna a mantenersi sintonizzata col contesto culturale, economico, sociale e politico in cui opera. Vede, noi viviamo nell’era della globalizzazione con Amazon e della rivoluzione digitale col proliferare dei social. Soprattutto viviamo la stagione post industriale nella quale la comunità, oltre al bene materiale (prodotto) elabora una domanda sempre più alta di servizi di elevata qualità. In questo scenario, deve affermarsi sempre più un modello di farmacia quale terminale intelligente e proattivo della sanità e presidio dove le competenze del farmacista interagiscono con la domanda del paziente-utente. Ecco perché, con questa prospettiva, ciò che rileva maggiormente non è più solo la importante attività di dispensazione del farmaco ma assume una valenza strategica l’erogazione di servizi cognitivi di alto valore professionale che concorrono al miglioramento complessivo delle condizioni di salute. Penso alle attività di assistenza, monitoraggio e allert per aumentare l’aderenza alle terapie, alla condivisione col medico della presa in carico del paziente cronico, alle iniziative per rilanciare la prevenzione e la diagnosi precoce di patologie silenti e insidiose, alle attività di empowerment per sviluppare corretti stili di vita. Così operando la Professione dimostra di saper guardare al futuro rinnovando una antica alleanza con il paziente e dimostrando la capacità di partecipare da protagonista al complesso processo di ammodernamento della governance sanitaria. Da qui la scelta del titolo di questa sesta edizione di FarmacistaPiù: “conoscere, innovare, evolvere” tre verbi che racchiudono un percorso, una prospettiva, una sfida per l'intera comunità professionale.
 
In sostanza, un’edizione che si collega idealmente alle precedenti e che va nella direzione di una riconversione culturale della categoria
Certamente. Proseguiamo il percorso intrapreso che impegna la professione in tutte le sue articolazioni da Fofi a Federfarma a Utifar, alla Fondazione Cannavò e con tutte le associazioni che compongono l'intero panorama professionale.
Uno dei temi centrale di FarmacistaPiù è la “farmacia dei servizi”, che rappresenta una tappa fondamentale della politica professionale per il rilancio del ruolo e per la stabilità economica del sistema.
Altro tema di grande rilievo è quello della remunerazione. È necessario allargare il perimetro del ruolo della professione e ridefinirne le modalità operative.
 
Qual è quindi la sfida sul fronte delle remunerazioni professionali?
Quella di ridisegnare la modalità affinché il farmacista possa ottenere il riconoscimento di funzioni utili alla mission del Ssn, che si realizzano attraverso l’erogazione di servizi di elevato valore professionale che vengono remunerati con un adeguato onorario professionale. Ecco perché, anche nelle competenti sedi istituzionali abbiamo condiviso e sostenuto la necessità di definire principi generali, criteri e procedure operative validate, certificate, standardizzate e omogenee su tutto il territorio nazionale. 
E nella farmacia dei servizi ci sono i presupposti e i punti fondamentali per svolgere un’azione virtuosa coerente con i bisogni di un moderno servizio sanitario in cui il farmacista si candida a dare un importante contributo da protagonista. In questo percorso siamo confortati anche dagli esiti di numerose sperimentazioni come Medical Use Review, Diaday e da tante attività di screening e diagnosi precoce di alcune patologie.
 
Quali saranno gli atout della due giorni milanese?
Apriamo il congresso con una lettura magistrale di Luca Pani sulla resilienza e il governo futuro della medicina. Il tema è che non possiamo disegnare e progettare il futuro della professione decontestualizzato dallo scenario nel quale esso si esprime, ossia un modello di sanità appoggiato sui tre pilastri dell’universalità, della solidarietà e dell’equità. Il nostro sforzo è dare un concreto contributo professionale per mettere il nostro Ssn in protezione dai rischi  derivanti dal definanziamento del Fsn e capace di offrire una risposta adeguata alla domanda di salute. Partendo dalla cronicità. In questo percorso di ammodernamento del sistema la nostra Professione, nelle sue declinazioni occupazionali, si pone al servizio della comunità e pronta ad una proficua col nuovo Governo.
 
Anche quest’anno ci saràuna sessione dedicata ai premi…
Sì e con delle novità. Ci saranno il premio in memoria dell’indimenticato presidente Giacomo Leopardi, dedicato a iniziative relative alla ricerca, quello intitolato a Cosimo Piccinno destinato a premiarele migliori iniziative di solidarietàrealizzate da farmacisti nell’ambito della professione, e il premio Grendene per premiare quelle esperienze innovative che hanno prodotto un impatto positivo sulla salute pazienti o sui livelli di governance del comparto. Ma a questi si aggiungeranno due nuovi premi. Uno intitolato a Osvaldo Montedo, Segretario Nazionale di Federfarma, che ci ha lasciati prematuramente, che saràdedicato ai giovani farmacisti, e il premio Astolfi, istituito per celebrare il 50 anniversario della Rassegna di Diritto Farmaceutico fondata dall’illustre avvocato Astolfi, nato per promuovere lo sviluppo delle conoscenze e della cultura nell’ambito della legislazione farmaceutica. Ma avranno un ruolo importante anche le aree Poster dedicate a mettere in risalto le iniziative scientifiche realizzate dai farmacisti nell’ambito della ricerca. Un’area popolata di iniziative e proposte. Voglio ricordare infine la partecipazione di circa 30 associazioni satellite di categoria che avranno altrettanti convegni. Insomma, saranno due giorni densi di proposte.
 
La sede del Mico si presta quindi a diventare teatro del protagonismo farmaceutico…
Non solo, speriamo diventi anche la sede di un confronto con i decisori politici, con i rappresentanti del Governo che si è appena insediato, per animare il dibattito e migliorare i livelli di qualità della produzione legislativa di settore. Perché l’auspicio è che le leggi accompagnino il sistema verso livelli adeguati a garantire la sicurezza e il diritto alla salute dei cittadini. Quindi un sistema di regolamentazioni che non destrutturi, ma sostenga il sistema farmaceutico e lo renda efficace e efficiente.
 
Ester Maragò
16 settembre 2019
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