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Persone con diabete discriminate nell’accesso alla carriera militare e all’attività sportiva di elevato livello tecnico-agonistico
Per la sola presenza della malattia, alle persone con diabete è preclusa la possibilità di godere del trattamento riconosciuto agli atleti ed alle atlete di valore internazionale nel campo delle rispettive discipline. Ma anche di accedere alle carriere miliari e ai corpi civili equiparati. In una lettera la Federazione Diabete giovanile chiede quindi alle istituzioni competenti di intervenire.
28 APR - Permangono nel nostro ordinamento, una serie di norme, che escludono i lavoratori diabetici, per la sola presenza della malattia, dall’accesso alle carriere miliari e dei corpi civili equiparati, indipendentemente dalla valutazione sulla loro effettiva capacità lavorativa. Ma non solo, le persone con diabete sono anche escluse dalle disposizioni in materia di lavoro sportivo che favoriscono l’accesso al lavoro ed allo svolgimento dell’attività sportiva di elevato livello tecnico-agonistico di persone con disabilità fisiche e sensoriali. Norme che prevedono di reclutare atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e dei corpi civili dello Stato e di disciplinare il loro reimpiego nel rispettivi corpi quando non saranno più idonei all’attività sportiva paralimpica.
Una discriminazione che penalizza le persone con diabete e che entra in contrasto con il diritto all’uguaglianza sancito dalla Costituzione.
 
Questo in sintesi l’allarme lanciato dalla Federazione Diabete giovanile che in una lettera al Governo, ai Ministeri competenti, allo Stato Maggiore della Difesa e al parlamento chiede interventi ad hoc per superare “questa ingiusta situazione”. E invita a guardare quanto attuato in Spagna che ha modificato la formulazione della norma che prevedeva l’esclusione dai concorsi per le forze armate delle persone affette da alterazioni endocrinometaboliche con trattamento insulinico, cioè dei diabetici di tipo 1, stabilendo che l’eventuale loro incompatibilità con la professione militare debba essere “motivata individualmente per ciascun individuo sulla base di una certificazione tecnica rilasciata dal sevizio sanitario competente”.
 
Nella lettera la Federazione Diabete giovanile presenta come esempio, il caso di Giulio Gaetani è un giovane di 20 anni che pratica la scherma, la sua specialità è la spada: “Fa parte della squadra nazionale azzurra ed è sempre stato convocato a tutti i ritiri assoluti, negli anni 2020 e 2021. Il suo palmarés è ricco di risultati di notevole rilievo in campo nazionale ed internazionale. Basti segnalare che ha vinto la coppa del mondo Under 20 negli anni 2019 e 2020. In definitiva è attualmente uno degli atleti più promettenti nella sua specialità. Proprio nel momento in cui avverte la necessità di fare ingresso nel mondo del lavoro e, allo stesso tempo, di potersi dedicare all’attività sportiva con l’impegno che le competizioni di livello olimpico e internazionale esigono, la sua carriera, e con essa le opportunità per lo sport olimpico italiano, potrebbe chiudersi sul nascere perché è escluso da ogni possibilità di entrare a far parte dei circuiti - è noto che si tratta principalmente delle sezioni sportive dei corpi miliari e dei corpi civili dello Stato - che consentono di conciliare l’attività lavorativa con l’attività sportiva. Il motivo è che lo sportivo in oggetto è diabetico. In quanto diabetico, è privo di disabilità fisiche o sensoriali che gli consentano di esser tesserato con il CIP (Comitato Italiano Paraolimpico) e quindi di poter partecipare alle selezioni degli atleti di valore di cui al D.lgs n. 36/2021. Allo stesso tempo, tuttavia, non può neppure accedere ai Corpi militari e civili con le procedure riservate agli atleti. Gli è persino precluso di poter partecipare alle normali selezioni di accesso ai corpi militari in quanto il semplice fatto di essere affetti dalla malattia diabetica è causa di esclusione dalla possibilità di partecipare a tali concorsi”.
 
Tutto ciò, aggiunge la Federazione, è in palese contrasto con i principio costituzionale del Diritto al lavoro di cui all’art. 4 della Costituzione, posto che il Diritto al lavoro può essere limitato soltanto in presenza di un motivo ragionevole che, nel caso dei lavoratori diabetici, per unanime riconoscimento della comunità scientifica internazionale, non può sussistere per la mera presenza della patologia ma dovrà essere accertato individualmente.
28 aprile 2021
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