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Il ministro Romani: “Liberalizzare le farmacie? Al Paese serve altro per crescere”
Nel corso della puntata di Porta a Porta su Rai 1 del 27 ottobre, il ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani ha espresso il proprio parere negativo sulla liberalizzazione delle farmacie: “Ci sarebbe una corsa ad aprirne nei centri delle grandi città. E in Val Brembana?”.
28 OTT - “Lacrime per crescere”: questo il titolo della puntata di Porta a Porta, la popolare trasmissione televisiva di Rai 1 condotta da Bruno Vespa, che, lo scorso 27 ottobre è stata dedicata ai contenuti della lettera con la quale il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha risposto alle sollecitazioni della Ue.
Un’occasione nella quale il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, ha avuto modo di illustrare in che modo e con quali prospettive il Governo si appresta a rispondere alle sfide lanciate dall’Unione Europea. Ma anche alle preoccupazioni comunitarie per la tenuta economica dell’Italia, apparsa indispensabile – dopo quanto avvenuto in Grecia – per garantire  l’altrettanto indispensabile tenuta dell’area euro.
Tra i temi affrontati da Romani e dai vari ospiti che si sono via via alternati, quelli della riforma del sistema pensionistico, del mercato del lavoro, delle dismissioni del patrimonio  pubblico e, in particolare, quello delle liberalizzazioni. Come ha ricordato Vespa, in ambito europeo si è andata sedimentando l’opinione che le lobby italiane costituiscano la vera “palla al piede” dei processi di riforma, sempre osteggiate dalle “corporazioni” (notai, medici, farmacisti, tutti accomunati in un lungo elenco). Una visione che, a detta di Romani, ha indotto a considerare il nostro Paese come quello delle “mancate liberalizzazioni”. Tra queste, quelle del settore delle farmacie contro le quali l’Unione Europea – sono parole di Romani – “si è particolarmente accanita”. Ma, ha ancora osservato il ministro, se davvero si cancellassero le norme attuali – quelle della Pianta organica, per intenderci – che prevedono comunque la presenza di una farmacia in rapporto al numero di abitanti di città e Comuni, cosa si otterrebbe? “Ecco che ci sarebbe una corsa ad aprire farmacie nel centro di Milano o di Roma. E in Val Brembana, invece?” “È questa la liberalizzazione che si vuole?” ha aggiunto il ministro per lo Sviluppo economico. “Credo piuttosto” ha concluso “che quel che serve oggi al Paese, cioè processi di crescita reale, sia ben altra cosa”.
 
28 ottobre 2011
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