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Pediatria. Sono oltre 1 mln i bambini con problemi di insonnia. Le cinque regole per dormire bene
Spesso si associa a disturbi del comportamento come iperattività, scarsa capacità di attenzione, aggressività, oltre che a un calo consistente del rendimento scolastico. I più piccoli oggi dormono in media 40 minuti meno del necessario. In oltre otto casi su dieci è conseguenza di cattive abitudini.
21 SET - L’insonnia colpisce fino a un under 14 su cinque e spesso si associa a disturbi del comportamento come iperattività, scarsa capacità di attenzione, aggressività, oltre che a un calo consistente del rendimento scolastico. In cifre oltre un milione di bambini fra 3 e 14 anni Nel corso dell’ultimo secolo si è “persa” più di un’ora di sonno per notte anche fra i bambini più piccoli, che oggi dormono in media 40 minuti meno del necessario. In oltre otto casi su dieci tuttavia l’insonnia non è una vera patologia, bensì conseguenza di cattive abitudini. E le responsabilità sono solo dei genitori.
 
Sono questi alcuni dei dati stimati dai pediatri dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) che saranno presentati nel corso del 1° Forum Internazionale a Napoli dal 25 al 27 settembre.
Per gli esperti il ciclo biologico giorno-notte va rispettato e per restituire agli under 14 notti di buon riposo, i pediatri presentano dunque le “regole dei cinque sensi” per favorire il sonno.
 
“Sono pochi i casi in cui l’insonnia e i disturbi del sonno sono conseguenza di vere e proprie patologie come l’asma, il reflusso, disturbi dell’orecchio o le apnee ostruttive, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare riguardano anche i più piccini (2-4% fra 2 e 8 anni) e dipendono spesso da anomalie delle prime vie aeree – osserva Giuseppe Mele, presidente Paidòss – nella maggioranza dei bambini la difficoltà ad addormentarsi e i risvegli notturni sono colpa di cattive abitudini durante la giornata: in oltre otto casi su dieci l’insonnia dipende da fattori psico-fisiologici legati all’organizzazione della giornata, alla molteplicità di stimoli che si trovano intorno e alla routine data dai genitori, a cominciare dalla pessima abitudine di costringere i figli a seguirli nei locali e nei ristoranti fino a mezzanotte. Se si decide di avere un figlio si deve anche mettere in conto qualche rinuncia per il loro benessere. Il loro diritto al riposo – ha aggiunto – deve essere messo al primo posto. I bambini fra i tre e i cinque anni dovrebbero dormire almeno dalle 11 alle 13 ore, per poi arrivare a 9-10 ore dai 6 ai 10 anni e almeno 8-9 ore dagli 11 ai 13 anni: in realtà oggi non accade, e la maggioranza “perde” almeno 40 minuti del monte ore necessario ad affrontare al meglio la giornata a scuola”.
 
Le cinque regole per dormire bene. Per favorire un buon riposo, i pediatri lanciano quindi le ‘regole dei cinque sensi’ che devono favorire il rilassamento di vista, gusto, tatto, olfatto e udito, le nostre finestre sul mondo.
La vista, ad esempio, ispira la regola che raccomanda di spegnere tablet, TV e computer almeno un’ora prima di andare a letto, entro le otto di sera: entrare sotto le coperte dopo le nove fa sì che i bimbi impieghino molto più tempo per addormentarsi e si sveglino più spesso di notte. “La luce dei dispositivi elettronici – ha spiegato Mele – altera la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il riposo, ‘sballando’ il ritmo sonno-veglia di bambini e ragazzini: per questo è opportuno iniziare fin dall’ora di cena a ridurre l’esposizione a luci molto intense. Inoltre, sì a tende e schermature per la luce esterna e a una lampada che possa essere regolata così da illuminare la stanza da letto dei bambini in modo soft, per aiutare i piccoli che hanno paura del buio ad addormentarsi in presenza di una luce molto fioca”.
Il gusto è altrettanto utile a favorire il sonno dei bambini: una cena pesante e ricca di grassi, magarti consumata tardi, dopo le 20,  ostacola il riposo, per cui è meglio non offrire ai piccoli cibi fritti o molto pesanti alla sera, preferendo piuttosto alimenti che contengono triptofano, un mediatore che stimola la produzione di serotonina importante per il relax. Ne abbondano, ad esempio, pollo e tacchino, uova, pesce; per rendere il triptofano ancora più disponibile per il cervello, inoltre, servono i carboidrati, meglio ancora se integrali. Una tazza di latte tiepido alla sera, prima di dormire, è un altro ottimo mezzo per favorire il riposo perché pure latte e yogurt sono importanti fonti di questa preziosa sostanza.
 
La “regola del tatto” consiglia di mantenere una temperatura fresca nella camera dei bambini, attorno ai 18 gradi: troppo caldo infatti altera la termoregolazione e impedisce un buon riposo. Altrettanto utile scegliere un pigiama in cotone traspirante, un po’ più pesante per l’inverno ma senza esagerare: l’obiettivo è non sudare a letto, altrimenti sarà ancora più probabile che il piccolo scalci via le coperte e dorma male. “I materiali di letto e coperte sono importanti anche per la ‘regola dell’olfatto’ – aggiunge Mele – Lenzuola di cotone fresche e cambiate di frequente favoriscono il riposo, a maggior ragione se odorano di lavanda: sappiamo infatti che questa fragranza riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, perciò può aiutare a rilassarsi prima del sonno. L’aria che si respira in camera da letto, poi, è fondamentale per i piccoli allergici e asmatici: se c’è polvere o si scelgono tessuti che non sono anallergici e diventano un ricettacolo di acari, inevitabilmente il riposo del bambino sarà compromesso da starnuti e fastidi dovuti all’ipersensibilità”.
 
Infine, la regola dell’udito, una camera silenziosa è essenziale per prendere sonno e almeno 30 minuti prima di mettere a letto i bimbi la casa dovrebbe scivolare nel silenzio, riempiendosi soltanto di suoni gradevoli come una musica rilassante. Se si vive in una zona molto rumorosa e trafficata, può essere una buona idea utilizzare il cosiddetto “rumore bianco” che si può produrre con una macchina apposita o più semplicemente con un ventilatore o un purificatore d’aria elettrico: un rumore di fondo che con la sua omogeneità e continuità aiuta il cervello a non sentire altri suoni, riducendo perciò il fastidio degli eventuali rumori improvvisi dall’esterno e il rischio di risvegli notturni.
21 settembre 2014
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